
Con questa pratica di Yoga otterrai un’incomparabile energia vitale
LEZIONI DI KUNDALINI YOGA
Insegnante Formatrice e Docente Associate Teacher dell’Aquarian Trainer Academy
Online via Zoom
singola € 17,50 / 10 lezioni € 150 (90 MIN)
MARTEDÌ
dalle 07.00 alle 08.30
GIOVEDÌ
dalle 18.30 alle 20.00

Il Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajan è anche detto lo “Yoga della consapevolezza”.
Proponendosi come un vero e proprio sistema scientifico di sviluppo della coscienza, ha raggiunto i 5 continenti in quasi 40 anni di insegnamenti.
Il metodo praticato nel Kundalini Yoga riduce in pochissimo tempo lo stress, perché è in grado di rafforzare ed equilibrare il sistema nervoso e sostenere la funzionalità del sistema endocrino. E’ una pratica di Yoga dinamica e talvolta sfidante, che con i movimenti che propone potenzia il corpo e migliora l’umore.
Oltre ad altri innumerevoli benefici, il Kundalini Yoga ha l’enorme vantaggio di cambiare la frequenza dei pensieri e di diminuirne il flusso: se non riesci a smettere di pensare, sei preda di continui cambi di umore (irrequietudine, ansia, depressione, etc…) o semplicemente vuoi focalizzare meglio le priorità della tua vita, ti consiglio di provare insieme a me una sessione di questo yoga.
In meno di 90 minuti la tua mente si ritroverà completamente rigenerata e pronta per sostenerti nelle scelte della vita, o per sostenere le pressioni di questo momento attuale così particolare.
A differenza degli altri stili di Yoga, il Kundalini Yoga è molto semplice da praticare e non richiede un corpo particolarmente prestante; è lo Yoga perfetto per iniziare; anzi è molto probabile che quando inizierai con questa pratica non vorrai più saperne di cambiare…
Anche se facile da praticare, il Kundalini Yoga non va preso alla leggera.
Oltre ad avere un forte impatto a livello fisico, lavora profondamente sul subconscio, dissolvendo lo stress mentale ed emotivo.
Un’altra particolarità che lo contraddistingue è l’enorme varietà di stimoli inclusi in una sola sessione: il Kundalini Yoga, infatti non offre solamente un compendio di esercizi da praticare, ma suddivide i suoi insegnamenti in veri e propri circuiti di pratica chiamati KRIYA, che partendo dalle posture del corpo, a volte statiche, a volte dinamiche, coinvolgono:
- il respiro, grazie alla sua gestione e al suo controllo (pranayama)
- la voce, grazie alla recitazione di antichi e potenti mantra della tradizione indiana
- posizioni delle mani (mudra), che stimolano determinate aree cerebrali
- potenziamento di alcuni muscoli interni (bandha) per rilasciare le tensioni e potenziare il corpo
Le kriya lavorano per rafforzare il sistema nervoso, equilibrare il sistema ghiandolare, purificare il corpo e calmare la mente. Sono quindi un insieme specifico di esercizi molto differenziati tra loro, che generano energia, la riorganizzano e portano ad uno specifico stato energetico – rispettando la promessa implicita di donarti un maggiore livello di consapevolezza.
Nonostante questa incredibile attività dinamica, il Kundalini Yoga è fatto anche di sessioni di profondo rilassamento e di momenti di quiete prolungata proposta nei numerosi percorsi di meditazione, che risvegliano le parti più profonde di noi.
E’ possibile praticare insieme nei miei corsi settimanali al mattino presto dalle ore 7 alle 8.30 (martedì) e dalle 18.30 alle 20.00 (giovedì).
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Il mio Libro: La Kundalini
L’energia divina in noi

Nel 2012 è stato pubblicato il libro che ho scritto come coautrice della Prof.ssa Maria Angelillo riguardo la pratica del Kundalini Yoga come insegnato da Yogi Bhajan e il tentativo di contestualizzarlo nell’inafferrabile cornice della tradizione indiana.
“Un libro sulla kundalini costituisce di per se stesso un paradosso basato sul voler trattare in termini discorsivi un ambito in cui ci si può solo limitare a fare esperienza. La conoscenza della kundalini sfugge ogni ambizione intellettuale e ogni pretesa teorica, inverandosi esclusivamente nella dimensione della pratica. Eppure l’impenetrabilità verbale di kundalini non ha impedito che tutta una tradizione filosofica ne facesse il proprio oggetto elettivo di indagine, collocandola al centro di sistemi metafisici e soteriologici di affascinante sottigliezza concettuale”
Quale racconto si cela
nel festeggiamento di Divalī dei Sikh?
Durante questo periodo dell’anno, anche i Sikh illuminano le loro case, le loro abitazioni, i loro templi (Gurdvara) e si scambiano dolci e doni. Ma in verità, durante il periodo di Divalī, i Sikh festeggiano Bandi Chor Diwas, ovvero “il giorno della liberazione” di Guru Hargobind Singh dalla prigione di Gwalior, in Madhya Pradesh.
La storia:
Nel 1606 Guru Arjan Dev Ji, il quinto Guru della Tradizione Sikh, fu torturato e ucciso dall’imperatore Mughal Jahangir (diventando così il primo Guru martire nella storia del sikhismo), così suo figlio Hargobind gli succedette alla sola età di 11 anni.
Quando l’imperatore Mughal Jahangir si ammalò, un suo consigliere gli suggerì che era il caso di avere un santo nel suo forte a Gwalior che potesse pregare per lui e la sua salute. Gli disse inoltre che sarebbe stato il caso di invitare proprio Guru Hargobind Singh. L’imperatore accolse la proposta e il Guru accettò l’invito a corte.
Quando però arrivo al forte, si accorse che vi erano 52 principi imprigionati e tenuti in pessime condizioni. Il tempo passava e il Guru e la sua gente si accorsero dell’inganno; il Guru era stato anch’egli imprigionato come gli altri 52 principi. Quando la sua lunga malattia fu terminata, l’imperatore accettò l’ampia richiesta popolare di rilasciare il Guru. Ma Guru Hargobind Singh pose una condizione alla sua liberazione: se ne sarebbe andato soltanto se fossero stati liberati anche tutti gli altri 52 principi.
L’imperatore Mughal all’inizio non accettò; poi pensò, per trarlo in inganno, che avrebbe liberato solo quei principi che sarebbero stati in grado di tenere il mantello del vestito del Guru alla sua uscita dal forte di Gwalior. Così il Guru si ingegnò e pensò di far realizzare un mantello con 52 code di stoffa in modo che ogni principe potesse essere in grado di aggrapparsi a quelle strisce del suo mantello per liberarsi dalla prigionia. Il trucco funzionò e in questo modo uscirono tutti insieme dal forte.
Quando Guru Hargobind Singh tornò in Amritsar, in Punjab, scoprì che il suo popolo aveva illuminato il Tempio d’Oro per festeggiare il suo ritorno. Questo evento diventò una tradizione e, ad oggi, è celebrato durante Divalī.
NB: Quando Guru Hargobind Singh fu incoronato nel 1606 come sesto Guru della Tradizione Sikh, indossò le famose due spade che rappresentavano l’una il potere spirituale (piri) e l’altra il potere temporale (miri). Nessun Guru prima d’ora aveva mai indossato delle armi. Da quel momento la storia dei Sikh ebbe una svolta, la loro dimensione militare iniziò a prendere forma. Iniziarono a difendersi e a lottare contro la dominazione Mughal per difendere la propria identità religiosa e l’integrità della loro comunità.
Ancora ad oggi i Sikh sono considerati bravi guerrieri e trovano spesso impiego nell’esercito militare, in polizia, come guardie del corpo e altri lavori simili, in tutta l’India.
Riflessioni sulla pratica del mattino: Sadhana

Nel Kundalini Yoga il periodo migliore, all’interno della giornata, da dedicare alla pratica quotidiana è descritto dalle due ore e mezza che precedono l’alba, quando il sole riflette i suoi raggi sulla terra ad un angolo di 60°, creando la migliore frequenza energetica con cui accompagnare l’esecuzione degli esercizi psico-fisici. Questo lungo e pacifico lasso temporale è chiamato amrit vela, “l’ora dell’ambrosia” o “l’ora del nettare divino”.
Per un praticante di Kundalini Yoga, l’orario del risveglio si aggira, di conseguenza, intorno alle 3.30 o 4.00 del mattino, momento in cui si ritiene che la connessione con lo stato meditativo sia migliore e in cui si presume che la percezione dell’infinito spazio interiore si possa esprimere pienamente. Il corpo stesso è più predisposto fisiologicamente ed energeticamente alla propria purificazione.
Durante queste ore, la maggior parte del mondo sta dormendo e tutto il campo elettromagnetico dell’area terrestre coperta dalla notte è meno influenzato dalle attività quotidiane dell’essere umano, ritenute altamente moleste ai fini della pratica.

(…) Il Kundalini Yoga suggerisce e raccomanda di praticare il sadhana in gruppo, assecondando, così, le esigenze di condivisione e comunione tipiche dell’Era dell’Acquario e approfittando della possibilità di prendere parte ad un processo più ampio rispetto al proprio considerato singolarmente.
Quando si partecipa al sadhana collettivo, è sempre interessante notare come, all’inizio della pratica, ogni partecipante risulti ancora immerso nella singolarità della propria situazione energetica: chi appare condizionato dal sogno che stava facendo, chi un po’ addormentato, chi un po’ eccitato, etc. Al termine, però, del sadhana ci si ritrova tutti sintonizzati su una frequenza comune.
In relazione al sadhana di gruppo Yogi Bhajan afferma che: “Il vostro corpo è il tempio di Dio e la vostra anima è il Guru Divino che è dentro di voi. Così vi alzate al mattino, meditate, cantate il mantra, fate gli esercizi, chiamate il vostro spirito, regolate il respiro, ed entrate insieme nella coscienza di gruppo. In questo modo vi aiutate gli uni con gli altri. La coscienza di gruppo durante il sadhana del mattino serve ad aiutarvi tra di voi.”
Dal mio libro La Kundalini, Edizioni Xenia Milano
Le Meditazioni del Weekend
1. Meditazione del Cigno Bianco

Obiettivo:
Stimolare il sistema nervoso con questa specifica geometria ti porterà in uno spazio molto rilassato e sereno, sia nel corpo che nella mente.
Nonostante bisognerà tenere la posizione per qualche minuto, dopo poco tempo le braccia inizieranno ad auto sostenersi e le mani saranno stabili nella mudrā.
Esecuzione:
Porta le mani a pugno ed estendendo i pollici unisci i polpastrelli portandoli a circa 15 cm dalla fronte davanti al Terzo Occhio. Crea una pressione media tra i polpastrelli fino a farli diventare bianchi. Punta i pollici in giù girando i palmi in avanti, come nella foto.
Per un istante guarda la mudrā per averne un’immagine chiara e poi chiudi gli occhi e continua a vederla attraverso le palpebre.
Recita mentalmente Sat quando inspiri e Nām quando espiri, respirando lentamente e lungamente.
⏰ Inizia con una pratica di 5 minuti e poi gradualmente sali a 11 minuti.
Ti serve qualche informazione in più?
Scrivimi e ti risponderemo il prima possibile.

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