La Mia Storia

La Partenza

Potrebbe accadere che la vita ti mandi una serie di messaggi, e che tu sia nella condizione di riuscire ad ascoltarli. Ritrovandomi adulta mi è capitato di fare mente locale sui messaggi e le attitudini che hanno caratterizzato la mia vita dall’infanzia fino ad oggi. Vedi, ogni anima ha un dono e quando siamo bambini questo dono ci è molto più chiaro, solamente che non abbiamo la conoscenza del mondo e non sappiamo in che modo applicarlo. Da bambina non sapevo cosa fosse il concetto di proprietà privata, e così, quando avevo dei giocattoli in mano era per condividerli e spesso anche per regalarli. Passavo il tempo a lottare contro ciò che consideravo ingiustizie, a proteggere i bambini indifesi e a gareggiare con i più forti. Quei concetti di uguaglianza, equilibrio e condivisione che per me oggi sono così importanti, risplendevano negli occhi di quella bambina.
Se pensi bene a cosa facevi nella tua infanzia, o chi volevi diventare da grande in quei tempi magici, potresti ritrovare degli indizi utili per ricostruire la tua storia; per me questo è sempre stato un modo efficiente ed interessante; nei momenti di difficoltà spesso mi sono ritrovata con le mie foto del passato in mano a chiedermi:

Chi sono io? Che strada ho fatto finora, e perché sono qui?

In un quadernino delle elementari scrissi che da grande avrei fatto l’insegnante di ginnastica oppure la maga. Questo, ancora oggi, mi fa sorridere il cuore. In fondo essere un’insegnante di Yoga è un po’ un mix di tutte e due…c’è una magia di fondo.
Mentre crescevo e cercavo di capire in relazione alle trasformazioni del mio corpo cosa fosse la bellezza, scoprivo la vera meraviglia nelle proprietà delle erbe, e così dispensavo alle mie compagne di classe consigli per la bellezza di corpo, capelli, pelle e viso.
Ma nella mia percezione personale di cosa fosse la bellezza era già ben chiaro che non si trattava di un aspetto esteriore, bensì di uno stato di grazia interiore, come di una vibrante frequenza di estatico benessere, una beatitudine.

La bellezza che cercavo è un cammino interiore, non un mostrarsi all’esterno per ricevere acclamazione.

E così, in questa mia consapevolezza che ogni giorno mi nutriva, dopo aver studiato lingue straniere, ho deciso di intraprendere la professione della naturopata. Avevo bisogno di condividere, di aiutare e di consigliare le persone, perché bellezza è benessere e benessere è pace, serenità. Quindi decisi di aprire un negozio di erboristeria. Per me fu una grande conquista: ero utile agli altri, e potevo sostenere, supportare e proteggere il benessere delle persone, la missione della bambina che ero si stava realizzando…

Nella vita ci sono dei cicli che si aprono e si chiudono, non per questo si considerano errori o ci rendono tristi.

Nel mio negozio, vedevo ogni giorno molte persone che stavano bene grazie ai miei consigli; però non mantenevano la stabilità dei traguardi raggiunti. Passavo giorni interi a rifletterci su, e nel mentre mi interrogavo sul genere umano ed il suo percorso di vita…
Sono sempre stata molto diretta nel rapporto con me stessa, e quella che reputavo come la mia missione di aiuto nei confronti delle persone risultava solamente temporanea; ovvero, dopo un primo periodo di benessere i miei pazienti riprendevano le abitudini precedenti e gli stessi sintomi si ripresentavano…
Era necessario che imparassero da soli a mantenere un equilibrio psicofisico e ad assumersi la responsabilità del loro stato di salute.

Volevo accompagnare le persone in un percorso di responsabilità, di ascolto e di cura personale, in una parola: volevo aiutarli a trovare la loro bellezza.

Che Fare?

Un giorno venni invitata a partecipare ad un gruppo di meditazione taoista.
Era la prima volta che entravo in contatto con la ricerca spirituale. Il taoismo non è una religione, ma uno stile di vita, e ciò mi fece appassionare subito alle pratiche di alchimia interna taoista; un percorso introspettivo che ricerca il perfetto equilibrio tra emozioni, armonia mentale e rilassamento del corpo fisico.
L’esercizio costante dell’auto ascolto, del sentire profondamente la vita che fluisce attraverso il respiro, il curarsi amorevolmente di se stessi, erano l’anello che si congiungeva perfettamente con tutto quello che era il mio percorso personale fino a quel momento.
Iniziai a studiare e praticare questa disciplina per diventarne insegnante.
Avevo un piccolo studio nella mia erboristeria ove all’inizio insegnavo la meditazione taoista durante le ore di chiusura del negozio.
Quello dell’erboristeria “Artemisia” era un periodo felice, e più passavano i giorni e più mi rendevo conto che non era altro che un passaggio indispensabile per perfezionare la mia attitudine di servizio nei confronti degli altri. Sempre di più sentivo che dentro di me stavano cambiando le prospettive.

Hai presente cosa significa guardare la vita da un altro punto di vista?

Questo è ciò che è successo a me:

Nessuna Paura

Accade che non hai più paura di fare le scelte necessarie al tuo benessere

Taglio dei legami

Inizi a tagliare i legami con ciò che non ti permette di esprimere il massimo del tuo potenziale

Coraggio

Ti ritrovi in mano il coraggio di afferrare la tua vita e di farne esattamente ciò che desideri

E’ con questa energia che non sapevo di avere che ho preso l’aereo per la Thailandia e ho deciso di perfezionare la mia conoscenza delle arti taoiste.
In poco tempo chiusi la mia erboristeria, ed iniziai ad insegnare ciò che appresi al mio primo gruppo di studenti. Non ti posso nascondere che trasformarsi è faticoso e talvolta doloroso; cambiare è sempre una grande sfida, e il coraggio ti serve proprio ad affrontare il dolore che il cambiamento ti porta. Per fortuna ho sempre avuto al mio fianco delle persone che mi hanno supportato ed incoraggiato; i miei studenti sono diventati i miei compagni di viaggio, così come gli amici, i colleghi ed i collaboratori.
Siamo delle gocce in un oceano, ma la qualità della nostra acqua può cambiare la qualità dell’oceano intero
Cominciai a viaggiare, ed incontrai l’India sulla mia strada. L’impatto fu così straordinario, che ogni dubbio era sciolto come neve al sole. Così decisi di tornarvi, per un primo ritiro di tre mesi.
Ero a Rishikesh, dal mio nuovo insegnante, uno yogi giovane e di grande spessore. Seduta vicino a lui, il mio primo obiettivo era quello di fare esperienza e di imparare a comunicarla in modo autentico; volevo essere un’insegnante competente, cristallina, diretta e compassionevole. La vita al fianco di un vero Maestro indiano scorre in maniera diversa, si passa molto tempo in solitudine, con la differenza che non c’è paura, ansia, o senso di abbandono, ma una crescente pienezza.

“Niente potrà mai separarti da te stesso se ne contatti la vera luce”

Più passava il tempo e più dentro il cuore questo pensiero diveniva certezza. Il primo lunghissimo ritiro volgeva al termine, e tornavo a Milano con una nuova luce negli occhi, un cuore rinnovato e tanti progetti da realizzare.
Avviai nuovi corsi di yoga; l’insegnamento era diventato un guidare gli altri attraverso l’esperienza della loro bellezza interiore, che fluiva a partire dal loro sentire.

Lo yoga nasceva spontaneamente dalla mente e si realizzava attraverso il corpo, fisicamente, concretamente: e così i miei studenti iniziavano un cammino responsabile nel loro percorso verso il benessere

Nel mio percorso di ricerca personale non mi sono mai accontentata di risposte definitive e preconfezionate, e riconosco che a volte questa fame di conoscenza ha giocato contro i miei interessi personali allontanandomi da quelle scuole in cui la conoscenza viene impacchettata in concetti fissi, frasi fatte e impenetrabili dettami che proclamano una grande esperienza ma che nascondono un’imbarazzante ignoranza.
E’ per questo motivo che nel 2011 mi sono ritrovata insieme alla mia insegnante di indologia e lingua hindi a scrivere il mio primo libro “LA KUNDALINI, l’energia divina in noi – 2012 / casa editrice Xenia.”.

In questo processo di ricerca ho dovuto letteralmente smontare e ricomporre il mio modo di intendere gli studi teorici sullo yoga; c’è un messaggio puro in ogni disciplina spirituale, sta a noi e alla nostra sensibilità vivificarne il significato e integrare l’esperienza attraverso le parole che ci vengono insegnate.
L’esperienza del libro è stata fondamentale: ora il mio linguaggio è aderente alla mia esperienza e non voglio che risulti né mistico né suggestivo, ma che valorizzi e agevoli il processo di ristrutturazione interiore in modo concreto e insegnando la cura amorevole di sé.

Il Ritorno

Fin dal primo viaggio in India avevo sentito il bisogno di abbeverarmi alla fonte da cui tutta la conoscenza antica dello yoga si era generata: lì imparavo a percepire il tempo e lo spazio in maniera diversa rispetto al modo del mondo veloce e tecnologico, in cui si pretendono risposte rapide e performance efficaci per poter formulare giudizi sui noi stessi e sul mondo.
Quando rientravo dall’India non ero più la stessa persona ed insegnante che era partita. Ogni viaggio modificava inevitabilmente le mie prospettive. Era come se affrontassi ogni volta la mia ombra e ne tornassi arricchita di un tesoro: una nuova consapevolezza.
Tuttavia queste preziose scoperte si scontravano con il ritorno alla “normalità” di giornate veloci, quasi tutte uguali tra loro, piene di impegni ma vuote di una certa intensità, pressanti nella ricerca di risultati a breve termine, apparentemente desiderati ma il più delle volte inseguiti per abitudine, aspettative altrui, incapacità di ascoltare ciò che è giusto per noi e non per l’opinione comune.

Confesso che più di una volta sono stata tentata di restarmene là, nella mia oasi di pace ed isolamento, senza nulla e nessuno che potesse intaccare la mia bolla di serenità. Ho letteralmente sognato una fuga dal mondo occidentale e dalle sue invalidanti comodità.
Chi non avrebbe desiderato, nella mia stessa situazione, smarrirsi in quella meraviglia di sensi e spiritualità che è l’India?

Ogni odore, colore, sapore, sensazione tattile ti colpisce come una luce accecante: ti attraversa e, che ti rapisca o ti disgusti, ti riporta prepotentemente alla concretezza del tuo corpo e del tuo presente, qui e ora.
Qualunque sguardo tu incroci per strada vibra di profondità, dignità e spesso di un sorriso che sembra aver compreso naturalmente la Bellezza del Tutto – non importa quanto luridi siano gli indumenti di chi li indossa o quanto ossuta si mostri la sua figura, c’è una luminosa pienezza che  risplende oltre qualsiasi forma.
Come non restare affascinati da tutto ciò? Come non realizzare che abbiamo per forza sbagliato qualcosa se anche nel pieno benessere ci ritroviamo poveri di gratificazioni, se ci sentiamo afflitti dalla solitudine anche se circondati dai nostri cari, e se nonostante i ricchi averi sentiamo che ci manca sempre qualcosa e ci ostiniamo a correre insensatamente per inseguirla?

Ho spesso temuto di essere di nuovo risucchiata in vortici da cui avevo sentito il bisogno di allontanarmi e soprattutto temevo che in tanti non mi avrebbero capita, che non avrei potuto essere d’aiuto come serviva, che questo messaggio che mi si stava disvelando non potesse essere accessibile ai più.
In fondo, un maestro di yoga non è una persona che dà sempre risposte comode o piacevoli: a volte ci sono risposte difficili, sfidanti, crude – ed un insegnante preparato deve essere in grado di consegnarle.
Ma poi mi sono resa conto che la chiarezza del messaggio che sarei stata in grado di trasmettere poteva venire solo dalla chiarezza delle mie conoscenze: più si studia e si integrano quelle conoscenze e più si semplificano le cose – anche se più sai e più sai di non sapere. Avrei dovuto puntare l’attenzione sul semplificare il messaggio degli insegnamenti senza banalizzarlo, mettendoci tutto l’amore a la chiarezza di cui ero capace.
E, cosa ancora più importante, ho osservato il mio percorso dall’esterno: ho visto come, in tutto l’arco della mia vita, avessi sempre sviluppato un’attitudine ad occuparmi del benessere delle persone – fino a decidere di prendere la strada dello yoga che mi ha dato strumenti ineguagliabili. Prima nella naturopatia, poi nell’erboristeria ed infine nello yoga avevo finalmente trovato come sostenere me stessa e gli altri in modo più consapevole e profondo. Tutte le scelte fatte mi avevano sempre portato in una sola direzione: quella del percorso autentico nella mia professione. Sarebbe stato contro la mia natura isolarmi, paga delle prime risposte da tenere gelosamente custodite per me sola.
Ho ricordato come il messaggio autentico sia in realtà facile da riconoscere perchè ti riguarda, ti tocca, senti che parla proprio a te: ora stava a me accogliere il mio personale messaggio e metterlo in opera attraverso gli insegnamenti che, attraverso le ere, erano rimasti anch’essi autentici ed inviolati.
Dopo tanti anni di esperienza nella pratica e nell’insegnamento dello yoga, oggi sono in grado di aiutare chi soffre di stress sia fisico che psichico a contattare sé stesso in profondità, grazie a tecniche di rilassamento e di meditazione.
Attraverso gli insegnamenti delle più antiche scuole di yoga, supporto insegnanti e studenti con un percorso unico e personalizzato finalizzato a contattare sé stessi in profondità, vivere in forma ed affrontare la vita con energia e consapevolezza.
Il mio rapporto con l’India non si è mai interrotto: tutti gli anni vi torno per diversi mesi, portando con me le persone che desiderano attingere alla stessa fonte da cui ho attinto io.

 

Il mio Libro: La Kundalini – L’energia divina in noi

Nel 2012 è stato pubblicato il libro che ho scritto come coautrice della Prof.ssa Maria Angelillo riguardo la pratica del Kundalini Yoga come insegnato da Yogi Bhajan e il tentativo di contestualizzarlo nell’inafferrabile cornice della tradizione indiana.

“Un libro sulla kundalini costituisce di per se stesso un paradosso basato sul voler trattare in termini discorsivi un ambito in cui ci si può solo limitare a fare esperienza. La conoscenza della kundalini sfugge ogni ambizione intellettuale e ogni pretesa teorica, inverandosi esclusivamente nella dimensione della pratica. Eppure l’impenetrabilità verbale di kundalini non ha impedito che tutta una tradizione filosofica ne facesse il proprio oggetto elettivo di indagine, collocandola al centro di sistemi metafisici e soteriologici di affascinante sottigliezza concettuale”