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Navarātri è una festività hindu molto famosa, pertanto celebrata con entusiasmo in tutta l’India.
Il termine sanscrito viene tradotto con “nove notti”, ovvero nava significa “nove”, rātri significa “notti”.
Il nome sta ad indicare sia la durata della celebrazione, che la suddivisione dei giorni associati ognuno ad una manifestazione della Dea Durgā, la Śakti Suprema, la forma femminile del Divino.

Il nome sta ad indicare sia la durata della celebrazione, che la suddivisione dei giorni associati ognuno ad una manifestazione della Dea Durgā, la Śakti Suprema, la forma femminile del Divino.

La venerazione della Dea

I saggi indiani affermano che ci sia un Navarātri ogni mese, quindi 9 giorni al mese in cui dedicarsi alla venerazione della Dea, soltanto però se guidati da un Guru esperto.
Mentre il momento più importante dell’anno che coinvolge i comuni devoti è quello che cade in autunno, proprio quando il Sole entra in Bilancia e la Luna è crescente. Questo significa che la data corrispondente all’inizio di Navarātri cambia ogni anno. Infatti in India quasi tutte le festività non hanno una data fissa, perché seguono il calendario lunare. Sapendo che ogni fase lunare di 28 giorni ha una durata inferiore ai 30 giorni del mese, si evince che ci sia annualmente uno sfasamento di tutte le date del calendario delle festività.

Rituali, digiuni e devozione durante Navarātri

In questi giorni i praticanti devoti alla Madre osservano un semi-digiuno o un digiuno totale, recitando dei mantra specifici e leggendo uno dei testi sacri che per eccellenza sono dedicati alla Dea nella Tradizione Indiana: il Devī Māhātmya, “la glorificazione della Dea”.
In più, vengono officiati dei rituali con il fuoco, da scandire nell’arco della giornata in orari ben specifici, con offerte scelte esclusivamente per elogiare la Dea.
Per queste pratiche si richiedono competenza ed esperienza, oltre ad una preparazione che preceda il festival, che lo ponga in essere in itere e che lo concluda in modo corretto.

Il fine di queste pratiche devozionali è quello di propiziarsi la Dea in modo da ottenere soprattutto la Sua protezione, nonché altri benefici come, per esempio, la prosperità, la felicità e la salute, e molto altro ancora.

Per chi non è un devoto della Dea, ma ama comunque la meditazione e il raccoglimento, questo è un periodo davvero speciale per dedicarsi a queste attività.
Sono comunque 9 giorni in cui si ha la possibilità di far crescere la propria percezione ed espandere il proprio stato di coscienza, migliorando così il proprio percorso spirituale.

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Stefania Kudrat Floreani:
Insegnante formatrice di Yoga e meditazione, docente RYT® e YACEP® di Yoga Alliance e Associate Teacher di Kundalini Yoga presso KRI.
Ricercatrice appassionata di studi indologici e linguistici organizza Ritiri e Yoga Teacher Training in India. www.stefaniafloreani.com

 

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